Ordo Fratrum Minorum Capuccinorum IT

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updated 11:54 AM UTC, Mar 20, 2024

Vedere la vicinanza

In piazza san Pietro, a Roma, nel mese di dicembre viene innalzato un grande “albero di Natale”, e allestito un Presepe, che suscitano sempre apprezzamenti e anche critiche, che qui tralasciamo; parimenti, sotto il colonnato della Piazza vengono allestiti molti Presepi più piccoli, giunti da varie parti del mondo. E c’è via vai di turisti e pellegrini a visitarli: e ciascuno, esplicitamente o meno, esprime una preferenza, per lo stile, per i personaggi, per l’ambientazione. Ciascuno va a vedere qualcosa in quei presepi.

Forse in molte grandi Città, in tutto il mondo, troviamo qualcosa di simile; ma colpisce, che in San Pietro, luogo simbolo della Chiesa, si dia così ampio spazio al vedere con gli occhi le rappresentazioni della bimillenaria scena della Natività di Cristo.

San Francesco, voleva vedere anch’egli con i propri occhi la scena descritta nell’Evangelo e così, nel Natale del 1223 a Greccio, “inventa” una Sacra rappresentazione, che è giunta a noi con il nome di Presepe. È lui l’inventore. Egli, in qualche modo, voleva vedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato per la mancanza delle cose necessarie a un neonato, come fu adagiato in una greppia e come giaceva sul fieno tra il bue e l’asinello (cfr. FF 468). C’è poesia, sì; ma anche tanto realismo!

Visitando i Presepi sono molte le prospettive con cui lo facciamo e gli elementi che ci colpiscono quando li passiamo in rassegna, come possono essere molte le espressioni con cui invochiamo il Signore e lo cerchiamo. Francesco aveva un obiettivo semplice e chiaro: vedere la povertà che circondava la nascita di Cristo, la semplicità dell’evento. Voleva vedere da vicino, abbracciare con lo sguardo, la vicinanza di Dio all’uomo, di un Dio che si fa dono gratuito per l’uomo, lui che è il Sommo Bene, chiede di essere visto. Tutto qui.

A ben vedere, la ricerca del Bene, accorgerci della sua vicinanza, è anche la struttura della nostra vocazione francescana: il primato del Bene è al centro della visione francescana della vita […] La nostra vocazione di fratelli si realizza nel consolidare e diffondere il bene (cfr. Ratio, n.63).

La vicinanza dell’altro chiede sempre di adattarsi un po’, per fargli spazio, affinché stia comodo, e chiede sempre uno sguardo che riconosca la sua presenza.

L’augurio è che noi, come Francesco, siamo tesi a vedere la vicinanza di Dio nella nostra vita, in ciò facciamo, nelle nostre fraternità, nei volti che affollano le nostre giornate, nelle fatiche come nella festa del Natale.

Da F. M