Beati Leonardo Melki e Tommaso Saleh, missionari e martiri del Libano
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Il 4 giugno 2022 presso il convento delle Suore Francescane della Croce a Jal el-Dib, presso Beirut, un luogo conosciuto da tutti i libanesi come il primo ospedale per malati psichici del Libano fondato dal beato Giacomo da Ghazir, frate cappuccino, si è celebrato il rito di beatificazione di Leonardo Melki e Tommaso Saleh, sacerdoti cappuccini uccisi in odium fidei durante i terribili momenti della persecuzione contro i cristiani dell’Impero ottomano nella penisola anatolica tra il 1914 e il 1917.
La celebrazione eucaristica e il rito di beatificazione è stato presieduto dal cardinale Marcello Semeraro, Prefetto del Dicastero della Cause dei Santi e Inviato pontificio per la proclamazione della Lettera Apostolica nella quale il Santo Padre Francesco, indica i due frati cappuccini quali “missionari eroici del Vangelo di Gesù Cristo” e fissa la loro memoria liturgica per il 10 di giugno.Alla celebrazione erano presenti oltre 4.000 fedeli cristiani, le autorità delle chiese di rito maronita, melchita, armeno-cattolica, siriaco-cattolica, caldea e, naturalmente, mons. Cesar Essayan, ofmconv., Vicario Apostolico di Beirut di rito latino. Erano inoltre presenti, il cardinale Mario Grech, numerosi vescovi, il Ministro Generale, fr. Roberto Genuin, ofmcap, il Custode del Libano, fr. Abdallah Noufaily, il Postulatore Generale, fr. Carlo Calloni, ofmcap., fr. Antoine El Haddad, ofmcap., che ha portato avanti e concluso il prezioso e fedele lavoro di raccolta dei documenti e delle testimonianze di padre Salim Rizkallah, ofmcap. Senza dimenticare la presenza i tutti i frati della Custodia generale del Libano.Il momento solenne della beatificazione era stato preceduto da una settimana di incontri, di veglie di preghiere, di processioni, di trasmissioni televisive che hanno permesso ai cristiani del Libano di esprimere la loro gratitudine per il grande dono della beatificazioni di fr. Leonardo e fr. Tommaso. Nel suo ringraziamento mons. Cesar Essayan ha evidenziato come il martirio dei due cappuccini, anche se accaduto oltre 100 anni fa, parla ancora nell’oggi perché, ha detto, “noi celebriamo non due frati morti, ma due frati risorti in Cristo, che ci mostrano la via della santità”.
Il Ministro Generale, nella lettera inviata a tutti i frati, ha evidenziato come i nuovi Beati cappuccini spronino tutto l’Ordine a mostrare al mondo come la vocazione cappuccina ha in se stessa un forte impegno missionario e una radicale fiducia in Dio, anche nei tempi di guerra e di persecuzione che anche nell’oggi non mancano.Il grande evento della beatificazione ha visto la sua naturale conclusione con la celebrazione della Santa Messa di ringraziamento, in rito maronita, presieduta da Sua Beatitudine il Patriarca dei Maroniti, il cardinale Béchara Boutros Raï, O.M.M., nella piccola chiesa di Baabdad, villaggio natale dei due nuovi Beati. È da questo piccolo villaggio di Baabdath, che sono partiti i due sacerdoti e missionari cappuccini che, come ha ricordato il santo Padre Francesco “erano giovani, non avevano 35 anni”, ma hanno saputo offrire la loro vita per la fede, in un abbandono fiducioso nella speranza e con una donazione di tutto se stessi nella carità a Dio e al prossimo. “Un applauso ai nuovi Beati!” ha così concluso papa Francesco.