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La via crucis nelle frontiere

La via crucis nelle frontiere

Non è per niente facile raggiungere un rapporto maturo ed equilibrato con il mistero della persona di Gesù. C'è sempre una tensione tra la dimensione umana e quella divina. Purtroppo spesso si perde questa sana dialettica e non mancano quelli che pensano che Gesù è soltanto un superuomo e fanno molta fatica a sperimentare la sua divinità. Non manca, tuttavia, anche chi si trova comodo di fronte ad un Gesù divino, onnipotente, bello, impassibile e lontano della realtà.

Il teologo luterano, santo e martire, Dietrich Bonhoeffer, morto nel campo di concentramento nazista a Tègel, si è fatto questa domanda: Cosa significa veramente per noi oggi Gesù? Come mai la guerra mondiale non ha provocato nessuna reazione nelle comunità cristiane dell'Europa?

In questi giorni, tante nazioni fanno dei "negozi" con altri, e chiudono le frontiere e gli occhi –il cuore è stato chiuso molto prima- e se ne fregano delle migliaia di esseri umani che si trovano tra vita e morte, perché non sanno cosa fare. E noi cosa facciamo? Chi è veramente Gesù per noi oggi? Forse siamo noi i primi secolarizzati, pronti a parlare delle radici cristiane dell'Europa, pero ogni giorno più lontani dai valori cristiani.

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Vi proponiamo di fare la via crucis, senza dimenticare il cammino fatto da Gesù. Cerchiamo di metterci nella pelle del Cristo sofferente alle porte delle nazioni, sui reticolati delle frontiere, col freddo, senza cibo, incompresi a causa della lingua, caduti nel fango, talvolta condannati a morire di stenti o annegati... Signore ho peccato con la mia indifferenza, la mia paura e la mia comodità... abbi misericordia di me e aiutaci a liberare delle pene dell'inferno sulla terra tanti nostri fratelli rifugiati. Amen.

Jaime Rey OFMCap

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